Depurazione acque reflue

Quando non è presente la rete fognaria le acque reflue possono essere immesse nell’ambiente solamente a valle di un adeguato impianto di depurazione che deve essere sempre installato secondo le normative locali vigenti

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Le acque reflue, ovvero le acque provenienti da scarichi urbani ed industriali, sono contaminate da sostanze organiche ed inorganiche che le rendono pericolose per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Ad oggi ancora il 30 % del territorio nazionale e quasi il 40% del Veneto non è coperto da una rete fognaria ramificata lasciando così all’utente la responsabilità della depurazione dei reflui.

In tema di depurazione l’Italia rischia sanzioni pesantissime da parte dell’Unione Europea perché non ci si è adeguati in tempo alla Direttiva comunitaria 91/271, che impone agli stati membri di dotarsi di sistemi di raccolta delle acque reflue urbane garantendo opportuni trattamenti per rimuovere le sostanze inquinanti.

Secondo FederUtility, la federazione delle Imprese Energetiche e Idriche, due italiani su 10 non dispongono di rete fognaria, tre su 10 sono senza depuratori e circa 9 milioni di cittadini, al Sud in particolare, hanno seri problemi di approvvigionamento idrico. Un quadro drammatico su cui pende l’inadempienza alle direttive comunitarie sulla depurazione e fognature, con multe che possono arrivare fino a 700 milioni di euro all’anno.

CVB si è specializzata nelle soluzioni per la depurazione delle acque reflue prendendo in considerazione solo quelle tecnologie che portano rispetto all’ambiente in ottemperanza delle normative territoriali vigenti.

Con i nostri tecnici siamo in grado di affrontare qualsiasi esigenza di depurazione di reflui civili ed industriali, per esempio riferiti a laboratori di produzione e trattamento carni, latte, frutta, verdura, vino ma anche allevamenti, canili, lavanderie, qualsiasi attività nel cui processo di produzione ci sia l’utilizzo, il consumo e lo smaltimento dell’acqua.

I depuratori biologici a fanghi attivi ad areazione prolungata sono costruiti con un contenitore corrugato per una maggiore resistenza all’interro, completo di coperchio pedonabile realizzato in PE riciclabile al 100% con tecnologia rotazionale, compressore a membrana, diffusore tubolare non intasabile, ispezione pedonabile, sistema di immissione ed emissione dei reflui e relative guarnizioni che garantiscono la perfetta tenuta.

Abbiamo scelto ELBI per gli impianti di depurazione che proponiamo ai nostri clienti installatori perché rispettano le normative locali come il D.G.R. 5 Novembre 2009 N° 107 anche con prodotti specifici, come nel caso del trattamento primario dei reflui con la IMHOFF VENETO, (da 4 a 33 AE) caratterizzata da parametri di progettazione specifici conformi alla normativa regionale.

Potendo scegliere la taglia minima possibile nel rispetto della legge con la riduzione degli scavi e quindi dei costi per l’utente finale, siamo in grado di raggiungere sempre l’ottimizzazione tecnica ed economica del progetto.

Essendo il territorio nazionale e regionale molto variegato, in base al recettore finale dello scarico la ELBI ha sviluppato diversi prodotti partendo dal Depuratore Fanghi Attivi FBC (disegno qui sopra) idoneo allo scarico su corpo idrico superficiale in ottemperanza ai limiti indicati dalla Tab. 3 del D. lgs. N. 152/2006 e progettato considerando un tempo di detenzione minimo di circa 22 ore e una portata di aria fornita per Abitante Equivalente pari a circa 0.45 m3/h.

Le acque reflue provenienti dalle utenze vengono convogliate prima nei trattamenti primari (degrassatore e fossa biologica di decantazione tipo Imhoff) di adeguate dimensioni per poi essere convogliate nell’ FBC. Le acque in ingresso vengono convogliate nel volume di digestione dove grazie al sistema di ossigenazione si sviluppa la flora batterica aerobica capace di metabolizzare le sostanze organiche. Prima di essere convogliate verso l’uscita le acque attraversano il sedimentatore per essere chiarificate.

Questo disegno rappresenta le tre tipologie di depurazione dei reflui che permettono il raggiungimento della tabella 3 e 4, e quindi la possibilità di scaricare su fondo perdente o su canale con acqua corrente dove non ci sia la presenza della rete fognaria comunale. Come si può vedere, una volta passati dal separatore di grassi (cucina) e dalla vasca di decantazione, sono 3 i metodi utilizzati per la depurazione:

  • Fito-depurazione
  • Sub-irrigazione
  • Depuratore meccanico a fanghi attivi con compressore

Questo sistema può essere considerato il non plus ultra della depurazione civile ed è rappresentato dal prodotto FAN-FBC-R idoneo al raggiungimento della tabella 4 di depurazione e quindi allo scarico sul terreno preservando la falda anche superficiale con il permesso di accumulare l’acqua trattata per usi irrigui.

Separatore di grassi installato a monte della vasca di decantazione e del depuratore aerobico: riceve tutte le acque saponate della casa separandole dai grassi disciolti, per poi convogliarle nel depuratore.

Abitazione di 260 mq in classe energetica A4 ultimata a dicembre 2018 e realizzata con struttura prefabbricata in legno-cemento della Montini Case. CVB ha dimensionato e fornito a norma di legge l’intera sezione di depurazione, in quanto la nuova costruzione si trova in una zona non servita dalla rete fognaria comunale.

 

Il focus tech di Mauro Baldin

Da tanti anni CVB supporta i suoi installatori con progetti di sistemi di depurazione delle acque reflue domestiche.

Per dimensionare correttamente l’impianto occorre determinare il numero di abitanti equivalenti (A.E.), un dato di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del sistema in quanto un impianto di depurazione sottodimensionato rischia di non essere in grado di depurare correttamente i reflui.

Per dimensionare correttamente i sistemi di trattamento dei reflui, sarebbe necessario valutare l’effettiva produzione di liquame dei centri urbani generati dalle abitazioni e dalle attività produttive: in genere si preferisce far riferimento all’abitante equivalente definito come la quantità di carico inquinante biodegradabile prodotto ed immesso in fognatura da un abitante stabilmente residente nel centro urbano nell’arco della giornata.

Numero abitanti equivalenti (A.E.) per convenzione.